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IL BENEA(r)MATO CEMENTO.

Andrea Canella

Terminata anche la stagione dei grandi tornei sul cemento all’aperto, con il trionfo a New York del giovanissimo Carlos Alcaraz, e ancora scossi per la notizia del ritiro di Roger Federer, conduciamo un’analisi di quali siano state le nazioni più vincenti su questa superficie, in modo analogo, a quanto fatto per terra battuta e erba.

I grandi Americani: Sampras, Courier, Agassi. Foto da espn.com

Il fatto che oggi il cemento sia la superficie dominante, non deve indurre la tentazione di pensare che lo sia sempre stato. Fino alla metà degli anni 70, si giocava soprattutto su erba e sulla terra battuta rossa o nella variante Americana verde, ma la situazione cambiò drasticamente, nel 1978 con la ricoloccazione dello US Open a Flushing Meadows, allorchè la USTA optò per il cemento. Dieci anni dopo, Tennis Australia spostò in modo analogo, lo slam di Melbourne a Flynders Park, adottando ancora una volta il “benea(r)mato” cemento. Detti eventi risulteranno decisivi, nel circuito del tennis professionistico, dato che imporanno una svolta verso un gioco su una superficie dai rimbalzi regolari, poichè da allora nei maggiori tornei non solo dello slam, ma anche master 1000, 500, 250, il cemento sarà la superficie dominante, sulla quale si disputeranno la maggioranza degli eventi tennistici. A ben guardare a livello slam il cemento ha sostituito l’erba, mentre nei principali tornei Nord Americani ha rimpiazzato la terra verde, ma come detto in precedenza ha avuto bisogno di almeno due decadi, dato che agli albori dell’era open era una superficie di gioco abbastanza rara. Ed è senza dubbio la superficie tennistica del nuovo mondo, dato che tutti i master 1000 e gli slam si giocano fuori dall’Europa, e anche considerando gli eventi speciali, come i giochi Olimpici solo una volta si è giocato in Europa, ad Atene, su cemento all’aperto. Il cemento è anche la superficie che comporta meno necessità di acqua e di manutenzione. Per cui in tempi di siccità dovuta al riscaldamento globale, e di vincoli di bilancio stingenti per gli organizzatori di eventi tennistici, la scelta di tale suolo su cui disputare un torneo, la fa apparire come la più sostenibile ambientalmente, essendo attrezzata a fronteggiare anche le future sfide globali.

METODOLOGIA DI ANALISI.

Nel caso della stagione sul cemento all’aperto (outdoor hard) i tornei pertanto considerati sono stati:

  • Lo US Open dal 1978 ad oggi
  • L’Australian Open dal 1988 ad oggi
  • Eventi speciali come i giochi Olimpici di Seul (1988), Atlanta(1996), Sydney(2000), Atene(2004), Pechino(2008), Rio de Janeiro(2016) e Tokio(2021) e le ATP Finals di Houston del 2003 e 2004
  • i tornei di categoria 1000 di:
    • Indian Wells dal 1974, anche se l’anno in cui il torneo è entrato a far parte degli eventi grand prix pare sia stato il 1977
    • Miami dal 1985
    • Cincinnati del 1975 e poi dal 79 fino ai giorni nostri
    • L’open del Canada dal 1979
    • Shanghai dal 2009 fino al 2019

Per studiare il rendimento per nazione dei suddetti tornei, 4 osservazioni sono state compiute:

  • Il punteggio totale aggregato ottenuto, con un sistema di punteggio molto semplice: da un lato, 2 punti per una vittoria Slam, 1 per una finale, 0,5 per una semi, 0,25 per un quarto; dall’altro, un punto per una vittoria in un ATP 1000, 0,5 per una finale, e 0,25 per una semifinale. Nel caso dei giochi Olimpici di Seul si sono attribuiti gli stessi punteggi di uno slam, dato che i giocatori hanno giocato per 6 turni, al meglio dei 3 sets su 5. Per tutti gli altri tornei Olimpici e per le Finals che si sono disputate a Houston, il punteggio attribuito è stato di 1,5 per la vittoria, 0,75 per la finale e di 0,375 per le semifinali raggiunte.
  • Il numero di giocatori che hanno espresso il punteggio totale di una nazione
  • L’andamento temporale del punteggio aggregato, analizzando i picchi e il numero di zeri totalizzati dalle nazioni di punta.

Curiosità: Connors sempre sugli scudi!

I punti che si sarebbero dovuti attribuire al finalista e al vincitore del torneo di IW del 1980, non sono stati attribuiti in quanto le SF non si disputarorno a causa della pioggia. Per la cronaca le SF sarebbero dovute essere una celebrazione del tennis a stelle e strisce, dato che avrebbero dovuto vedere impegnati 4 Statunitensi Americani ovvero Peter Fleming contro Gene Mayer e Brian Teacher contro Jimmy Connors. Quest’ultimo può vantarsi di aver disputato almeno una F o una SF di un torneo il cui risultato è stato annullato per pioggia, su ogni superficie disponibile, ad esclusione del tennis al coperto!!! Infatti nel 1981 non potè giocare la finale di Montecarlo contro Vilas, partita che fu interrotta sul 5-5 e un lustro prima, nella finale di Nottingham del 1976 tra Jimbo e Nastase su erba, la partita fu ugualmente interrotta e mai più ripresa sul punteggio 6–2, 4–6 1–1. Visti i tempi di siccità, auspicheremo che qualcuno chiami Jimbo per un torneo esibizione sul suolo Italiano.

Per chi fosse interessato a fare ulteriori elaborazioni ecco il link del dataset al drive di google. Fatte le debite precisazioni passiamo ad analizzare i risultati.

LA DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI PUNTEGGI.

Da una prima analisi della distribuzione geografica dei punteggi, risulta che 45 nazioni si sono spartite i 796 punti messi in palio, con l’ausilio di 274 giocatori. A farla da padrone è ancora l’emisfero boreale con gli Stati Uniti nettamente davanti a tutti e le nazioni Europee anche se distanziate di molto ad inseguire. Infatti la seconda forza in campo è la Svizzera, tallonata da Spagna e Serbia, con la scuola Svedese in quinta posizione.

Distribuzione geografica dei punteggi dal 1968 ai giorni nostri. Elaborazione: AC.

Ma se consideriamo le ultime 22 stagioni, il vantaggio dato dalla tradizione dell’essere stati i primi ad avere organizzato tornei di alto livello sul cemento, scompare, relegando gli Statunitensi Americani in quarta posizione, con una classifica che vede ai primi tre posti Svizzera, Spagna, Serbia. Nel nuovo millennio, solo 39 nazioni hanno partecipato alla spartizione dei 451 punti in palio, con il resto del mondo extra-europeo che ha incamerato solo il 25,44% dei punti.

Distribuzione geografica dei punteggi nelle ultime 22 stagioni. Elaborazione: AC.

Punteggi totali per numero di giocatori: analisi comparata con i primi 22 anni del milennio.

Se consideriamo le nazioni che hanno ottenuto un punteggio superiore a venti nel corso di tutte le annate dell’era open e quelle che hanno ottenuto un punteggio uguale o superiore a dieci negli ultimi 22 anni, ecco che l’analisi si riduce a 11 nazioni, illustrate qui sotto.

Comparazione tra classifica totale e ranking degli ultimi 22 anni. Elaborazione AC.

Il grafico sottostante fa ben vedere la distribuzione spaziale in funzione del punteggio complessivo e del numero di giocatori che hanno concorso a esprimerlo, per quanto concerne le prime 11 nazioni.

Rappresentazione prime 11 nazioni: punteggio complessivo e numero di giocatori Elaborazione AC.

Con riferimento agli ultimi 22 anni possiamo osservare che:

·        Svizzera, Spagna e Serbia grazie alle performance dei Big 3, hanno superato la potenza
Statunitense, una volta egemone. In particolare il futuro della Spagna si prospetta alquanto luminoso, dato che già quest’anno Carlos Alcaraz ha apportato 3,25 punti dei 6,75 della Spagna, vincendo lo Us Open e il master 1000 di Miami e raggiungendo la SF a Cincinnati.

·        Sono scomparse dai radar tennistici Repubblica Ceca e Svezia retrocesse rispettivamente ai posti numero 13 e 14, per effetto dei magri risultati, soprattutto della scuola Svedese degli ultimi 22 anni

·        Regno Unito, Russia e Argentina progrediscono, mentre si conferma stabile al nono posto la scuola Australiana.

Per quanto concerne i risultati degli ultimi 22 anni, i punteggi parziali e il numero dei giocatori che hanno concorso, sono raffigurati nel grafico sottostante.

Rappresentazione delle prime 11 nazioni degli ultimi 22 anni per numero di giocatori e punteggio parziale. Elaborazione AC.

Analisi delle serie temporali dei primi paesi con punteggi similari.

Osserviamo ora, le serie temporali delle prime 11 nazioni, considerando i picchi di rendimento nel confronto diretto, tra paesi con punteggi similari, cominciando dagli Stati Uniti, che hanno punteggio cumulato superiore a tutti e pertanto lo tratteremo come caso isolato.

Stati Uniti: da nazione dominante a prima inseguitrice delle nazioni Europee.

La serie temporale Statunitense. Elaborazione AC.

Avendo la USTA sdoganato il cemento come superficie di gioco, sposandola, con il cambio dello US Open avvenuto nel 1978, gli Americani hanno a lungo goduto di una situazione di vantaggio sul resto del mondo. Di fatto sono stati dominanti per tre decadi, perdendo la posizione di leadership a partire dalla seconda parte del primo decennio del nuovo millennio, come la serie temporale di cui sopra mostra. Gli anni 90 dei giocatori Americani sono stati fantastici, dato che sono riusciti a registrare una media 8,5 punti per stagione. In particolare gli anni centrali hanno fatto registrare punteggi clamorosi dei giocatori Statunitensi Americani, raggiungendo nella stagione del 95 la strabiliante cifra di 14,75  punti sui 18 disponibili. Ma pure il 94 con 11,75 sui 18 disponibili e l’anno seguente vincendo il torneo Olimpico con Andre Agassi e  totalizzando 10,75 punti su 21, sono stati anni gloriosi del tennis a stelle e strisce. Lo smalto di questi anni è stato rinvigorito parzialmente con la stagione 2003 (9,875), ma poi è stato perduto dal 2008 in poi, sostanzialmente per la presenza dei tre mostri sacri del tennis e per l’assenza di campioni all’altezza dei vari Sampras, Agassi, Courier e Chang. Nei fatti l’unico vuoto nel punteggio della serie Statunitense è stato registrato nel 2016, allorquando i tennisti Americani non furono capaci di raggiungere nemmeno una SF di un ATP 1000 o un QF di un torneo dello slam.

Svizzera e Spagna ovvero Fedal.

Serie temporali di Spagna e Svizzera. Elaborazione AC.

Svizzera e Spagna sono state rappresentate soprattutto nel nuovo millennio dalle loro leggende Nadal e Federer che capeggiano, infatti la classifica per i loro paesi. Tuttavia occorre fare alcune distinzioni tra le due nazioni. Innanzittutto la Spagna può vantare qualche sporadico risultato anche negli anni 80, ed è andata in crescendo dal 1995 anno in cui ha registrato il suo ultimo zero ad oggi. Infatti i minimi storici dal 96 sono stati registrati nel 2001 con 0,25, nel 2004 e 2016 con 0,75 punti. Per quanto concerne i picchi di rendimento, questi sono stati registrati nell’odierna stagione con 6,75, nel 2013 con 7 e nel 2009 con 5,25 punti. Nadal è determinante per la sua nazione ma non tanto come sulla terra rossa. Infatti apporta il 57% dei punti degli Spagnoli. Alla luce dei recenti risultati di Carlos Alcaraz, vincitore a Miami e a New York , il futuro degli Iberici appare molto promettente. In casa Svizzera il 2022 ha fatto registrare come il 2021 nessun risultato degno di rilievo e questo è un’inquietante segnale, se si aggiunge al già citato annuncio di ritiro di Roger Federer, il quale, con l’86% dei punti Svizzeri che portano la sua firma, risulta determinante per il suo paese. I picchi di rendimento Svizzero sono stati toccati nel 2004 (7,5), nel 2006 (7), nel 2014 (6,25) e nel 2017 (6,75).

Serbia e Svezia: tra modernità e tradizione.

Serie temporali di Svezia e Serbia. Elaborazione AC.

Osservando l’andamento dei punteggi di Svezia e Serbia, quello che si riscontra è che scomparsa la scuola Svedese è arrivata quella Serba con l’avvento di Novak Djokovic, il quale apporta il 98% del punteggio complessivo dei Serbi. La Serbia ha marcato punti a cominciare dalla stagione 2007, registrando i picchi di rendimento nel 2011 e 2015 con 8 punti. Gli Svedesi hanno registrato il loro picco di 8 nel 1998, con Edberg che apporta 19,25 (33,47%) punti, Wilander 13, 25 (23,04%) e Borg 5 (8,7%). Ma negli ultimi 17 anni, salvo qualche ruggito di Soderling nel 2009 e 2010, i risultati sono venuti a latitare, con l’incapacità per il momento dei fratelli Ymer, di essere presenti nelle fasi finali dei tornei sul cemento all’aperto, come avevano fatto i loro illustri predecessori.

Russia Vs Repubblica Ceca: passato e presente del gioco.

Serie temporali Repubblica Ceca e Russia. Elaborazione AC.

Anche qui si ripropone un confronto tra una scuola in salute tennistica, mentre un’altra che fatica a trovare dei degni eredi. Cechi dominanti negli anni 80, anni in cui registrano il punteggi massimi, con un massimo di 5 punti nel 1989, grazie alle performace tennistiche di un tale Ivan Lendl, che apporta per il suo paese più del 70% dei punti (30,25), con a seguire Berdych (5,25) e Petr Korda (4,25). Dopo l’ultima fiammata Slam di Korda, datata 1998, la scuola Russa ha preso il sopravvento, anche se latitante nei primi 5 anni della seconda decade del millennio. I picchi di rendimento dei risultati dei Russi si sono registrati nel 2000 con 5,5 e nel 2021 con 6,5. I tre tennisti che apportano più punti alla causa Russa sono Daniel Medvedev con 9,5, Safin con 7,875 e Kafelnikov con 7,75.

Germania Vs Australia: nazioni abbastanza regolari.

Serie temporali di Germania e Australia. Elaborazione AC.

Queste due nazioni sono sempre state presenti nella storia dei tornei disputati sul cemento all’aperto, con i Tedeschi che hanno trovato una loro continuità all’avvento dell’era Becker, il quale capeggia la classifica di rendimento per il suo paese con 13,5 punti. I vertici nel rendimento dei Tedeschi sono stati toccati nel 1991 con 2,75 e trent’anni dopo nel 2021 con 3,25, grazie al buon rendimento di Alexander Zverev che apporta complessivamente 7 punti al suo paese. Per quanto concerne gli Australiani, i loro picchi registrano i 4,5 e 5 punti, in corrispondenza dei trionfi Americani nel 2001 e nel 1998 di Hewitt e Rafter. Questi ultimi apportano rispettivamente 12 e 8,5 punti all’economia degli Australiani, i cui epigoni moderni sono progressivamente scomparsi a partire dal 2006, registrando solo qualche prestazione sporadica di Nick Kyrgios.

Regno Unito Vs Francia: buoni conprimari.

Francesi e Britannici in questi anni hanno fatto da buoni comprimari ai risultati degli altri. Ad ogni modo i Britannici con Andy Murray uno slam e una finale Olimpica e svariati master 1000 sono riusciti a incamerarli. Il picco dei sudditi di sua maestà re Carlo III è stato raggiunto nel 2016 con 4,25, anno che vide Andy Murray chiudere la stagione, come numero uno del mondo e vincere il torneo Olimpico di Rio de Janeiro, il quale apporta con i suoi 26 punti l’84% dei punti totali del Regno Unito. Degne di nota sono anche le annate del 2011 e del 2012 con 3,5 punti.  L’andamento dei risultati dei Francesi è più costante, rispetto a quello dei Britannici, grazie ai risultati degli anni 80 di Yannick Noah (5), pur senza raggiungere i vertici di rendimento toccati dai tennisti Britannici. Il picco Francese viene raggiunto nel 2014 con due punti, anno che ha visto impegnato nel circuito, insieme ai vari Gasquet, Simon, Monfils anche Jo-Wilfried Tsonga, che aporta il massimo punteggio di 5,25 per i transalpini.

Serie temporali di Britannici e Francesi. Elaborazione AC.

CONCLUSIONE.

Dopo questa lunga carellata sulle nazioni dominanti nei tornei disputati sul cemento all’aperto, ci sentiamo di dire che i nuovi giocatori, come Carlos Alcaraz, Jannik Sinner, Daniil Medvevev, Alexander Zverev  ben preparati fisicamente eleveranno ancora di più verso l’alto i livelli del gioco sul cemento all’aperto raggiunti dalla precedente generazione, facendo la fortuna delle loro nazioni di appartenenza. Si attende sempre l’esplosione a livello di risultati di un tennista del continente Americano, che potrebbe essere Tiafoe, Auger Aliassime, Brooksby o Fritz, o di qualche Australiano o Sudafricano promettente, dato che il tennis, secondo il mio parere personale, ha bisogno di trascinatori  e campioni non Europei, al fine di essere veicolo propulsivo in quelle zone del mondo e di rinverdire la rivalità con i campioni del vecchio continente. Per cui in ultima analisi, il futuro del tennis appare, senza dubbio luminoso e vivo e ci sentiamo di concludere dicendo: “Viva il Tennis e lunga vita!!!!!

Seeding

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Unforgiven79
Admin
2 years ago

Sempre molto interessante. Mi sento di annotare (e sottolineare una volta di più) l’incredibile tracollo degli USA post-Sampras/Agassi: se in generale lo si può giustificare con la carestia di prodigi, i tuoi dati sono impietosi nell’inchiodare gli Americani alla loro clamorosa disfatta… non riescono più ad esprimersi sulla superficie che hanno in sostanza reso popolare loro, dove paga lo stile di gioco di scuola Bollettieri fiorita presso di loro!
Il dato che invece mi sorprende di più è il basso rendimento dei Paesi dell’Est Europa, a parte la Serbia (con Djokovic, che fa nazione a sé). Sono i nuovi arrivati degli ultimi trent’anni, praticamente tutti i loro campioni sono gente che è dovuta emergere sul cemento.

Andrea
Andrea
Reply to  Unforgiven79
2 years ago

Ciao mitico !!!!! Sono in netta flessione. Se poi pensi che questa superficie l’hanno inventata e popolarizzata loro.Qualche segnale lo ha lanciato Fritz, quest’anno vincendo IW, perchè era meno rotto di Nadal e soprattutto Tiafoe, anche se credo che gli manchi ancora il super campione. In generale l’Est Europa a parte qualche buon giocatore come Dimitrov, Hurkacz, forse Gulbis, con le notevoli eccezioni della scuola Serba, Croata e Ceca non è che abbia espresso granchè. Anche Gulbis si esprimeva al meglio sulla terra battuta. Hanno prodotto più giocatrici che buoni giocatori.
A me quello che colpisce è la sparizione della scuola Svedese, Ceca e anche per gli Australiani, nonostante sia la superficie dello slam di casa e quella sulla quale giocano maggiormente, non è che le cose siano andate troppo bene, salvo qualche risultato di Kyrgios.
Oggi fatalità Ubitennis ha pubblicato un’articolo (clicca di fianco per leggerlo), che avrebbe dovuto commentare l’andamento temporale delle vittorie annata per annata. E pensa che hanno commentato i massimi e non i minimi storici, registrati per numerosi anni. Ho già discusso molto su come illustrare le serie storiche. Secondo me sbagliano a privilegiare il testo sugli andamenti grafici e l’approccio corretto dovrebbe essere il mio.
Cosa ne pensi?

Unforgiven79
Admin
Reply to  Andrea
2 years ago

I massimi sono quelli più facilmente riconoscibili dal lettore casuale, perché coincidono con gli eventi dei campioni che ha in mente.
Mi sento però di dire che la scuola ceca aveva comunque recentemente prodotto Stepanek e soprattutto il mai abbastanza valorizzato Berdych… e teniamo conto che, in prospettiva, sono stati scippati di Korda jr, cresciuto in USA ma di ambo genitori boemi.
L’Australia ha dato segnali incostanti, ma di rinascita, con Phillippoussis, Rafter ed Hewitt, tutti eccellenti sul cemento. Kyrgios fa un po’ storia a sé, De Minaur sembra avere limiti di portata di fuoco e Kokkinakis di integrità fisico, ma qualcosa di buono può venirne fuori. Senza dubbio sono presi meglio di inizio anni Novanta, quando, sparito Cash, in singolare da quelle parti c’era il vuoto pneumatico e dovevano accontentarsi di dominare il doppio coi Woody (ma i più forti avevano già cominciato a disertare la disciplina).

Andrea
Andrea
Reply to  Unforgiven79
2 years ago

I Cechi vediamo se con questo Jiří Lehečka, numero 74 del mondo classe 2001, avranno trovato qualcuno all’altezza. Con riferimento agli Australiani attualmente non vedo nomi degni, Ciao.

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