1988: l’anno in cui Svezia e Germania fecero il grande slam nel tennis!!
Ripercorriamo le imprese compiute dalla Graf e di un giocatore sconosciuto chiamato Wilberg (Wilander + Edberg), nell’anno dell’Olimpiade Coreana.
In principio era Budge e poi arrivò Laver due volte e infine Djokovic capace di vincere i quattro tornei dello Slam a cavallo tra il 2015 e il 2016. Ma qui si vuole ricordare l’impresa dei giocatori Svedesi o meglio dello sconosciuto giocatore Wilberg, in quel 1988, foriero di imminenti grandi cambiamenti geopolitici avvenuti l’anno successivo, capace di vincere i quattro tornei dello slam unitamente alla teutonica Steffi Graf che realizzò lo slam al femminile dopo Maureen Conelly e Margaret Court. La Graf fu pure capace di vincere nello stesso anno l’Olimpiade Coreana.
A livello di fatti importanti, si ricorda come il 1988 è stato un anno cruciale nella storia iniziale di Internet dato che fu l’anno del primo virus informatico, il worm Internet. Si realizza poi il primo collegamento Internet intercontinentale permanente tra gli Stati Uniti (NSFNET) e l’Europa (Nordunet), nonché il primo protocollo di chat basato su Internet, Internet Relay Chat. Il concetto di World Wide Web viene discusso per la prima volta al CERN. Anche il riscaldamento globale cominciò ad emergere come una significativa preoccupazione, dal momento che lo scienziato del clima James Hansen testimoniò davanti al Senato degli Stati Uniti sulla questione. (Fonte: wikipedia)
Ma ritorniamo a temi tennistici a noi più consoni. E partiamo dall’ Australian Open.
Il torneo è totalmente rinnovato, dato che non si gioca più al Kooyong stadium su erba, ma si disputa sui campi in cemento di Flinders Park, e dall’anno precedente è stata cambiata anche la sua calendarizzazione, non più a fine dicembre ma ad inizio gennaio. Questi cambi riscuotono un’immediato successo in termini di pubblico, dato che il torneo passa dalle più di 140 mila presenze dell’anno precedente (140.089) a ben quasi 245 mila spettattori paganti (esattamente 244.859).
Le semifinali maschili vedono fronteggiarsi le prime quattro teste di serie del seeding, con Lendl numero uno, opposto alla testa di serie numero quattro Pat Cash e Mats Wilander numero tre opposto alla testa di serie numero due Stefan Edberg. Sono incontri emozionanti, conclusi sempre in 5 sets, ma con vittoria netta al quinto del vincitore. In questo caso gli underdogs hanno la meglio con l’idolo di casa Cash che sconfigge ancora una volta Lendl 6-2 al quinto, dopo aver trionfato l’anno precedente nella cornice più prestigiosa di Wimbledon, mentre nella lotta in casa Svedese Wilander prevale sempre al quinto sul campione uscente del torneo Edberg con un netto 6-1. La finale non regala meno emozioni delle SF dato che si conclude ancora al quinto con Wilander che vince 8-6 di un’incollatura su Cash, che aveva perso l’anno precedente dal connazionale Edberg, sempre al quinto. Il major Australiano si rivelerà stregato per il talentuoso Aussie. In campo femminile Steffi Graf si rivela un rullo compressore vincendo il torneo senza perdere nemmeno un set, sconfiggendo in SF la connazionale Claudia Kohde-Kilsch ed essendo impegnata solo nel secondo set della finale disputata contro Chris Evert, che in SF aveva nel frattempo sconfitto la sua arcirivale Martina Navratilova 6-2 7-5, ma uscendo comunque vincente per 6-2 7-6(3).
E si va a Parigi, con le prime quattro teste di serie al maschile che sono le stesse dell’ happy slam. Ma questa volta il solo Wilander giunge in fondo battendo in tre comodi set Herny Leconte, che non ha le armi necessarie per impensierire il gioco solido da fondo campo dello Svedese, il quale soffre in SF, contro il futuro astro nascente del circuito maschile, tale Andre Agassi. Comunque Wilander contro il kid di Las Vegas la spunterà al quinto, rifilando ad Andreino un bagel, ma sarà l’ultima volta che lo vedrà vincente contro l’Americano, dato che poi ci perderà 5 volte di fila. Lendl esce per mano di Jonas Svensson ai quarti, dopo aver eliminato agli ottavi uno splendido McEnroe in 4 sets, in un match che raggiunge livelli altissimi. Al femminile Graf si conferma come in Australia schiacciasassi vincendo il torneo, senza perdere un set e soffrendo solo in SF con Gabriela Sabatini, ma riuscendo comunque a spuntarla al tie-break del secondo set per 7-3. In finale contro la malcapitata Natasha Zvereva, la partita dura solo 34 minuti e la valchiria Tedesca rifila un doppio bagel alla sovietica, nella finale slam più breve disputatasi dell’era open.
Ai Championships ci si presenta sempre con i primi 4 protagonisti, ma stavolta Wilander ottiene la testa di serie numero due, mentre Edberg scala al tre. Cash e Wilander si fermano ai QF, con lo Svedese che viene eliminato in tre sets da un sorprendente Mecir, il quale a sua volta impegna seriamente in SF Edberg, dato che avanti di due sets, si fa rimontare per poi cedere al quinto. Nell’altra SF Becker s’impone in quattro sets a Lendl, nel torneo che non sarà mai conquistato dal campione Ceco. La bandiera delle tre corone salità comunque sul pennone più alto, dato che Stefan Edberg batterà Becker 4-6 7-6(2) 6-4 6-2, nella rivalità su erba per eccellenza, con il tedesco che concluderà avanti 4-2 il computo degli incontri su questa superficie. Nel tabellone femminile Graf si conferma anche sull’erba Londinese incontenibile, perdendo un solo set durante l’intero torneo, in finale contro Martina Navratilova, ma avendo la meglio sulla Ceca, naturalizzata Americana 5-7 6-2 6-1.
Ultimo atto slam in quel di New York, con le prime tre teste di serie che sono le stesse di quelle di Wimbledon, mentre al numero quattro fa il suo ingresso un giovane Agassi. Nello slam Americano è in palio anche il numero uno di fine anno e tutto sembra apparecchiato per la finale tra le prime due teste di serie. Agassi infatti esce in SF in quattro sets contro Lendl, mentre Wilander rifila tre sets a zero a Darren Cahill, che poi si scoprirà migliore come allenatore. Edberg non raggiunge i QF, uscendo anzitempo agli ottavi per mano di Aaron Krickstein. La finale è un capolavoro tattico del tennista di Växjö, che si impone al quinto set 6-4 al Ceco, sfoderando un immenso numero di discese a rete, alternando così il gioco da fondo campo a serve and volleys sia su prima che su seconda di servizio, tattica che si rivelerà decisiva per scombinare la solidità da fondo del Ceco, che l’anno prima si era imposto a Flushing Meadows. Wilander culminerà la sua scalata, concludendo numero uno a fine anno, dopo aver vinto tre slam su quattro, oltre al prestigioso torneo di Miami che al tempo fruiva di due settimane, con lo stesso formato degli slam, ovvero 7 incontri al meglio dei 5 sets, ma da lì in poi vincerà solo due tornei, il torneo di Palermo e il torneo Brasiliano di Ipatarica. Tuttavia lo Svedese dovrà ringraziare il divino e la sua scarsa indole a volare, dato che il 21 dicembre di quell’anno avrebbe dovuto essere a bordo dell’aereo Pan Am 103, per andare a New York da Francoforte, con scalo a Londra, ma quel volo non giunse mai a destinazione, in quanto precipitò nella cittadina Scozzese Lockerbie, per un’ attentato terroristico, uccidendo tutti i passeggeri a bordo, unitamente ad alcuni residenti. Tornando alle vicende del torneo, in campo femminile la solita Graf concede un solo set in finale a Gabriela Sabatini, ma finisce per spuntarla per 6-3 3-6 6-1. È il grande slam della sublime Steffi Graf, la quale aveva già trionfato nell’olimpiade Coreana, sconfiggendo sempre la Sabatini. Il ricordo personale che ho di Graf è di una giocatrice dal dritto strabiliante, con un gioco di gambe che ho rivisto solo in parte in Henin e in Iga Swiatek. Ai giochi di Seoul in campo maschile si era imposto il cecoslovacco Miroslav Mecir sullo Statunitense Tim Mayotte.
Occhio alle ultime competizioni dell’anno. Becker si impone nel torneo dei maestri disputatosi al Madison Square Garden, sconfiggendo in finale il solito Lendl, mentre nella finale di Davis disputata a Goteborg, la Germania Occidentale sconfigge la Svezia per 3-0, con una prestazione maiuscula dell’asso di Leimen. In campo femminile al master si impone Gabriela Sabatini sulla Statunitense Pam Shriver e la finale di federation cup disputatasi a dicembre nel complesso di Flinders Park in Australia, vede un confronto tra due stati nazionali ormai defunti con la Cecoslovacchia che sconfigge 2 a 1 l’Unione Sovietica, segno di futuri sconvolgimenti geopolitici. Per cui l’AIUOlEtta tennistica di fine anno riporta maggioritariamente, i colori delle bandiere Svedese e della Germania Occidentale, con tinte residue di Argentina, Australia, Stati Uniti Cecoslovacchia e Unione Sovietica, con quest’ultime che tendono a sbiadire verso i bordi del perimetro fiorito.