Meraviglie retrattili.
Una carellata sulle strutture dotate di tetto mobile, che organizzano i maggiori eventi tennistici nel globo.
Dodici meraviglie retrattili. Elaborazione AC
Clicca nei punti per visualizzare: impianto, città, anno di copertura della struttura.
Oceania.
È stato il primo continente a dotarsi di strutture retrattili, al fine di rilanciare, con il cambio di superficie e il trasferimento dal vetusto Stadio Kooyong a Merlbourne park (allora chiamato Flinders Park), un torneo che era considerato come la gamba zoppa degli slams. Non solo dodici anni dopo, nel 2000 venne inaugurata la John Cain Arena, anch’essa dotata di tetto retrattile e nell’edizione del 2015 anche per la Margaret Court Arena fu predisposta una copertura mobile, posizionando lo Slam Australiano al fronte di tutti gli altri tornei dotati della stessa nobiltà tennistica. Nel 2019 la tecnologia della copertura della Rod Laver Arena fu ancora, aggiornata rendendo le operazioni di chiusura del tetto ancora più celeri e efficienti, dato che lo stadio può essere coperto in circa 20 minuti. Nello slam Australiano gli organizzatori possono decidere di chiudere il tetto, anche quando l’estate Australiana partorisce giorni estremamente bollenti, che rendono il gioco impossibile. Dopo quasi 35 anni, bisogna dire che i 60 milioni di Dollari Australiani spesi per l’investimento nel 1988, hanno pagato, dato che il torneo Australiano è leader in questa tecnologia.
Ma in Australia è possibile giocare a tennis senza il timore della pioggia o di giornate particolarmente calorose, anche a Perth, dato che la RAC Arena, che ha ospitato la Hopman Cup e l’ATP Cup, sin dalla sua inaugurazione nel 2012 ha previsto una copertura retrattile, la quale impiega circa 14 minuti per aprirsi e chiudersi.
Ad Auckland, sede del torneo ASB classic, uno dei primi tornei della stagione, sarà costruito un tetto retrattile nel campo centrale.
Europa.
In Europa il primo torneo che si è dotato di un tetto retrattile è il torneo di Halle nel lontano 1994, seguito dal torneo di Amburgo nel 1997. Dell’importanza del torneo di Halle abbiamo già ampiamente parlato, nella nostra retrospettiva dedicata alle nazioni più vincenti nei tornei su erba. Qui basta solo ricordare, che l’innovazione apportata dal torneo Tedesco ha saputo assestare e rinvigorire la stagione dei tornei su erba, che era quasi data per morta e sarà seguita da Wimbledon 15 anni più tardi.
Focalizzandoci sull’impianto di Amburgo, dobbiamo dire che il primo rinnovo è avvenuto nel 1997, quando il campo centrale fu ampliato per ospitare fino a 13.200 spettatori. Fu inoltre installato un tetto retrattile, il quale può vantare un design decentrato. Infatti, quando il tetto è aperto, la membrana non è posizionata al centro dello stadio, come è pratica comune per la maggior parte delle coperture a membrana, ma di lato. Questo dettaglio evita di creare una fastidiosa ombra sul campo che potrebbe disturbare i giocatori. Quando si apre o si chiude il tetto, la velocità di movimento è proporzionale alla lunghezza dell’asse, assicurando che sia aperto o chiuso in modo sicuro. La copertura è sostenuta da cavi d’acciaio collegati con carrelli scorrevoli. La membrana flessibile è fissata a questi carrelli e viene quindi aperta e chiusa. Nel 2019 si è proceduto a rinnovare lo stadio, con un rinnovamento che ha interessato anche la membrana scorrevole. Nel video sottostante, si può apprezzare come la copertura del centrale sia piuttosto rapida in caso di pioggia, impiegando circa tre minuti o forse meno, per coprire il campo di gioco.
I due tornei teutonici hanno recitato il ruolo di precursori, perfino rispetto ai due ben più titolati tornei dello slam situati nel suolo Europeo. Comunque il terzo torneo Europeo a dotarsi di strutture con tetto retrattile è stato l’ATP 1000 di Madrid, allorquando il torneo, nell’aprile del 2009 si trasferì nel favoloso impianto “La Caja Magica“, pensato per favorire la candidatura di Madrid ai giochi Olimpici. I campi dotati di copertura mobile a Madrid sono 3: il Manolo Santana, l’Arantxa Sánchez Vicario e il campo numero 3. Nello stesso anno, in cui si giocò per la prima volta a la “Caja Magica” a Madrid, a Wimbledon si inaugurò la copertura del campo centrale, mentre per aspettare di vedere il tetto mobile in azione al Philippe Chatrier a Parigi si dovrà attendere fino all’edizione autunnale del Roland Garros del 2020. A Wimbledon si è inaugurata nel 2019 la copertura mobile del campo numero uno, mentre a Parigi si sta costruendo il tetto scorrevole del Suzanne Lenglen, che verrà inaugurato per le Olimpiadi Parigine del 2024.
1. Owl Arena Foto © Ulrich Fälker
2. Am Rothenbaum Stadion Foto © 2017 Google, dati cartografici © GeoBasis-DE/BKG (©2009), Google
3. La Caja Magica Foto concessa da madrid-open.comv
4. Centre Court Wimbledon Foto concessa da wimbledon.com
5. Court Philippe Chatrier Foto concessa da sportytrader.com
Per quanto concerne i tempi di chiusura degli impianti si può notare che le strutture Tedesche sono più agili nel coprire il campo.
Nome Impianto | Tempo di chiusura | Spettattori Max | Anno inaugurazione tetto |
Owl Arena | 1,5 min | 12.300 | 1994 |
Am Rothenbaum Stadion | 3 min | 10.000 | 1997 |
Pista Manolo Santana | 13 min | 12.442 | 2009 |
Wimbledon Centre Court | 10 min | 15.000 | 2009 |
Court Philippe Chatrier | 15 min | 15.225 | 2020 |
Asia.
Il primo impianto a dotarsi di tetto retrattile fu l’Ariake Coliseum a Tokio nel 1995, allorquando terminarono i lavori dell’architetto Kenchiku Mode Kenkyujyo, per la struttura inaugurata nel 1987. Questo impianto ospita ormai da lungo tempo l’ATP 500 di Tokio, ed è stato teatro delle partite di tennis disputate per i giochi Olimpici del 2021. Seguono poi gli impianti Cinesi. In Cina degna di menzione è la copertura mobile dello splendido Qizhong Forest Sports City Arena, il cui tetto a forma di petali di magnolia, può chiudersi e aprirsi in circa 8 minuti. Questo impianto fu concepito per ospitare le ATP Finals dal 2005 al 2008. Dal 2009 al 2019 ha ospitato il master 1000 di Shanghai, prima che la programmazione di questo torneo venisse sospesa a causa della pandemia COVID 19.
1. Ariake Coliseum Foto: Arne Müseler CC BY-SA 3.0
2. Qizhong Forest Sports City Arena Foto: Getty Images cropped
3. Diamond Tennis Arena – National Tennis Center Foto: architectism.com
4. Optics Valley Int. Tennis Center Foto: Vmenkov CC BY-SA 3.0
Nel 2011 venne ristrutturato, a Pechino, il National tennis Center, il quale aveva già ospitato le partite di tennis dell’Olimpiade del 2008 a Pechino e l’ATP 500 dell’omonima città. L’obiettivo della ristrutturazione del 2011 fu la dotazione dello stadio di una copertura mobile. Ora l’attuale nome dell’impianto è Olympic Green Tennis Center e lo stadio preso in considerazione è anche noto come “Diamond tennis arena“. Infine da ultimo abbiamo l’Optics Valley Int. Tennis Center a Wuhan, il quale fu inaugurato nel 2014 e ha visto il regolare svolgimento del torneo WTA 1000 del circuito femminile fino al 2019. Sedici minuti è il tempo necessario per la chiusura del tetto dell’impianto.
Nome Impianto | Anno Inaugurazione Tetto | Spettattori Max |
Ariake Coliseum | 1995 | 10.000 |
Qizhong Forest Sports City Arena | 2005 | 13.779 |
Diamond Tennis Arena | 2011 | 15.000 |
Optics Valley International Tennis Center | 2014 | 15.000 |
Dal 2020 a causa della pandemia COVID-19, tutti i tornei sia del circuito maschile che femminile, che si disputano in Cina, sono stati sospesi. È auspicabile che nel 2023 si ritorni a giocare, quanto meno a Shanghai.
Nord America.
Lo US Open è dotato due stadi con copertura mobile che sono l’Arthur Ashe coperto nel 2016, e il Louis Armstrong nel 2018. In particolare, il centrale di Flushing Meadows può ospitare fino a 23,771 spettattori, e ciò lo rende lo stadio di tennis più capiente al mondo.
A differenza del major Australiano, agli US Open la chiusura del tetto è contemplata solo in caso di pioggia. Il tetto sull’Arthur Ashe Stadium impiega solo 5 minuti e 21 secondi per chiudersi, ma il ritardo è di circa 15 minuti se viene chiuso prima che inizi a piovere.
Superare il fattore “Connors“.
Questi iconici impianti hanno consentito ai tornei di rispettare la programmazione anche quando “Giove Pluvio“, fomentato dal fattore “Connors“, impervesava negli stessi. Ciò non di meno, ancora alcuni dei principali tornei del circuito sono restii a compiere massicci investimenti per coprire campi storici. A tal riguardo emblematico è il caso del torneo di Roma, che nonostante abbia lo status di master 1000, ancora non è dotato di un tetto retrattile per almeno uno dei suoi campi principali, quando i tornei principali hanno il campo centrale, con almeno un’altro campo dotati di coperture mobili.
Le sessioni notturne.
La disposizione di impianti con coperture mobili, consente agli organizzatori di programmare sessioni notturne, le quali non fanno di certo la felicità dei giocatori. Ad esempio in occasione dell’edizione 2022 del torneo di Madrid Alexander Zverev ha concluso i quarti di finale del venerdì e la semifinale del sabato a notte inoltrata, ben oltre la canonica ora, alla quale un atleta, sprofomda nel pacifico sonno notturno. Ciò ha sicuramente condizionato l’opaca e incolore prestazione dell’atleta Tedesco il giorno dopo, nella finale. Ad oggi solo Wimbledon ha posto un limite di tempo per la chiusura delle sessioni notturne, fissato alle 23:00 locali, ma più per pressione dei residenti, che non per volontà degli organizzatori.
Il background Olimpico.
Tre di questi impianti hanno ospitato i giochi Olimpici, mentre lo stadio Parigino Philippe Chatrier li albergherà nel 2024. I lavori di costruzione della Caja Magica a Madrid, furono fatti, per la candidatura di Madrid per i giochi Olimpici. Gli impianti più recenti molto spesso sono nati con tetto retrattile senza necessità di interventi posteriori di ammodernamento dello stadio, specialmente gli impianti Cinesi.
Polifunzionalità necessaria.
La polifunzionalità è l’unica via che giustifica un investimento da parte di federazioni e privati. Infatti bisogna pensare che le coperture dovranno essere valide per garantire, non solo il regolare svolgimento degli eventi della grande racchetta, ma pure per concerti, fiere o eventi di altri sport, al fine di rientrare dagli investimenti iniziali e coprire i costi di gestione annuali.
Lo scrivente esprime una profonda ammirazione estetica per l’impianto della “Caja Magica” di Madrid e per la forma del tetto a petali di magnolia di Shanghai, impianti non solo efficienti, ma pure spettacolari nelle loro strutture architettoniche complessive.
E voi quale struttura preferite? Dite la vostra, esprimendo un commento.
questo articolo è una miniera di informazioni. non ne conoscevo nessuna. bravissimo Andrea
Grazie Andrea! Mi hai fatto scoprire, devo dire con notevole sorpresa, che verrà coperto anche il centrale di Auckland! Ora, la sorpresa è dovuta al fatto che questo impianto è abbastanza piccolo, però quando vi passai mi fu subito simpatico: in pieno centro, di fronte ha l’Università cittadina e dietro inizia il colle boscoso che ha in cima il bellissimo memoriale con annessa struttura botanica… insomma, una location davvero graziosa.
Quanto agli altri, per me meritano una menzione di lode:
P.S.: dimenticavo anche lo stadio di Shanghai, quello “petaloso”… menzione d’onore sia per la bellezza del disegno, sia perché l’intero complesso, in una delle zone più verdi della città, è sempre tenuto pulito ed ordinato a livelli svizzeri… anche fuori dalla settimana del torneo! (provato in prima persona)
Quello di Shanghai deve essere spettacolare, come scrivo nell’articolo. A me personalmente piacerebbe tanto vederlo. Con riferimento all’impianto di Auckland ho letto la descrizione di dove è collocato ed è parso anche a me, che sia un posto super incantevole per disputare un torneo di tennis. So però che il progetto ha avuto dei problemi finanziari. Doveva essere pronto per il 2023, ma non ce la faranno. Sicchè dovrebbe slittare ancora.
Rispetto alle tue preferenze, che rivelano sempre qualcosa, la storia della copertura dell’Arthur Ashe, mi ha fatto ricordare un po’ la storia della cupola del Brunelleschi del duomo di Firenze, quando l’architetto dovette vincere le perplessità degli scettici.
Poi penso che a Wimbledon sono stati bravi, ma hanno sfruttato le esperienze di copertura degli impianti di Halle e dell’AO, come anche anche la copertura dell’ex ormai Millenium Stadium di Cardiff, dove come ben sai i dragoni del Galles disputano il sei nazioni e le loro partite internazionali.